Giovedì 7 novembre 2024, presso la sede della Borsa Italiana a Palazzo Mezzanotte, si è tenuta la XXVII edizione del premio ‘EY – L’Imprenditore dell’Anno’, il prestigioso riconoscimento riservato a imprenditori italiani alla guida di aziende con un fatturato di almeno 40 milioni di euro che sono riuscite a rinnovarsi contribuendo in modo significativo alla crescita economica, ambientale e sociale del Paese, dimostrando inedite capacità di trasformazione, innovazione e impegno verso la sostenibilità.
Ad Alessandro Zucchetti, presidente Zucchetti,
è stato assegnato il premio per la categoria ‘Family Business’ con la seguente motivazione: “Per aver condotto la propria azienda in un percorso di crescita e innovazione, affiancando alle solide radici familiari una governance aziendale moderna, favorendone un forte sviluppo in Italia e al tempo stesso un’espansione internazionale”.
Durante la cerimonia di premiazione, dopo aver ringraziato la giuria per avergli assegnato questo riconoscimento, intitolato alla memoria di Guido Corbetta, Alessandro Zucchetti ha tenuto a ricordare che il successo dell’azienda deriva sempre da un lavoro di squadra, dove a fare la differenza è la capacità di aprirsi al cambiamento e la volontà di continuare a migliorare.
“Sono molto grato per questo premio, ma non lo intendo come un traguardo individuale, bensì come un riconoscimento per il successo ottenuto dall’azienda, - ha commentato Alessandro - perché sono le persone che lavorano per il gruppo, con la loro motivazione, la loro creatività e la loro competenza, che quotidianamente accompagnano i clienti nel loro percorso di digitalizzazione con soluzioni software innovative.
Un consiglio che mi sento di dare, non solo a chi fa l’imprenditore, ma a qualsiasi persona in qualunque ambito professionale, è di non avere paura di sbagliare, perché solo con il coraggio di intraprendere nuove strade e di non accontentarsi della ‘zona di comfort’ si possono ottenere grandi risultati.
Inoltre è importante imparare dagli errori, ma ancor di più evitare di enfatizzarli e di criticare eccessivamente chi li ha commessi, soprattutto se sono stati generati dal voler affrontare nuove sfide o nuovi progetti, perché così si rischia di demotivare e scoraggiare i collaboratori dal proporre in futuro nuove idee, che possono rivelarsi preziose per l’attività dell’impresa”.